SANTA VENERINA

03.03.2021

La zona di Santa Venerina è conosciutissima per la produzione di vino, ma le sue origini sono da ricercare molto indietro nel tempo, addirittura al periodo bizantino, come testimoniano i ruderi della Cuba di Santo Stefano. Infine, un percorso d'obbligo è quello delle chiese, meritano mensione la chiesa del Sacro Cuore di Gesù e la Chiesa Madre Santa Venera che risale al Settecento.

Cuba di Santo Stefano

La Cuba di Santo Stefano è un'antica chiesa, ormai ridotta a rudere, situata a Dagala del Re in una frazione di Santa Venerina. E' una chiesa di epoca bizantina a pianta centrale. All'interno presenta un coro trilobato, cioè un coro costituito da tre absidi oppure chiamata anche "cellae trichorae" ovvero "chiesa a trifoglio". 

I ruderi furono scoperti da Stefano Bottari durante la seconda guerra mondiale. In seguito, fu poi "riscoperta" nel 1959 dall'architetto Pietro Lojacono, sovrintendente ai monumenti per la Sicilia orientale. Nonostante l'elaborazione di progetti di recupero negli anni 80 del secolo scorso, l'edificio rimase in stato di abbandono e sepolto dalla vegetazione per lungo tempo. Solo di recente è stato acquisito dal patrimonio comunale e successivamente si è potuto intervenire al suo recupero conservativo.

La chiesetta, costruita tra il VII e il IX secolo, si presenta allo stato di rudere, sebbene sufficientemente leggibile nella struttura complessiva, essendo conservati tutti i muri perimetrali. Manca, invece, di copertura, di pavimento, e sono andari perduti intonaci, pitture, finestre e tutte le altre finiture.

Chiesa Madre Santa Venera

La Chiesa di Santa Venera venne edificata nella prima metà del '700. Nel 1921, divenne parrocchia autonoma e nel 1936, con l'istituzione del comune di Santa Venerina, la chiesa divenne Arcipretura Matrice

La chiesa, inizialmente, si presentava di dimensioni ridotte rispetto ad ora: aveva solo la navata centrale, culminante sull'altare. Interventi successivi di ampliamento furono realizzati nel corso del '800, con la realizzazione della facciata di impianto neoclassico, del campanile impiantato sulla stessa e della cantoria e, a fine secolo, delle due navate laterali. La facciata della chiesa in origine era diversa da come la si vede adesso e nel corso del tempo ha mutato più volte aspetto. 

Il culto e la devozione a Santa Venera, Patrona del Comune di Santa Venerina, hanno dato vita a questa Chiesa. Nel 1761 si costituisce la Confraternita di Santa Venera, ripristinata nel 1850 e riconosciuta ufficialmente nel 1926. Lo stemma che domina il centro del frontone rappresenta i simboli del martirio della Santa: croce e palma tricoronata.

Compatrono di Santa Venerina è San Sebastiano, il suo altare con la sua cappella è di fronte l'altare di Santa Venera. Nella cappella è conservato il simulacro del Santo bimartire, realizzato nel 1861. Sopra la cappella vi è uno stemma raffigurante gli attributi militari del Santo: frecce ed elmo. Suggestiva la corsa finale (nel giorno della festa) che nella fantasia popolare rappresenta il soccorso del Santo per le genti colpite da pestilenze e malattie. San Sebastiano è il protettore dei Vigili Urbani.

Chiesa Sacro Cuore di Gesù

Nel 1875, si credette fosse opportuno costruire accanto alla chiesa Matrice di Santa Venera, una nuova chiesa, capace di accogliere un numero di persone più elevato, specialmente nelle grandi solennità religiose. 

Il 10 maggio del 1875, si diede ufficialmente inizio ai lavori. La chiesa doveva dedicarsi a San Giovanni, ma per espressa volontà del pontefice Pio IX, fu dedicata al Sacro Cuore di Gesù (dato che in Sicilia non esisteva, fino ad allora, una chiesa dedicata ad esso). 

L'apertura al culto avvenne il 29 Giugno 1888. Il campanile fu ricostruito dopo il terremoto del 1952. La chiesa fu chiusa 12 anni a causa del terremoto del 29 ottobre del 2002, aperta successivamente il 28 ottobre del 2014 e richiusa a causa dell'ennesimo terremoto del 26 dicembre 2018, infine riaperta il 13 agosto del 2020. Adesso andiamo a vedere il suo interno. E' di stile neoclassico (eleganza e linearità della struttura) e barocco (stucchi, fregi e decorazioni). 

La chiesa è formata da una navata centrale e due navate laterali. Entrando in chiesa, sulla destra notiamo subito il Battistero e su di esso la raffigurazione del Battesimo di Gesù. Di fronte, si trova il quadro di Gesù Misericordioso, con la pergamena che attesta la benedizione del quadro da parte di Sua Santità Giovanni Paolo II, in occasione della canonizzazione della Beata Suor Faustina Koswalska (30 aprile 2000).

La volta è intervallata da archi è arricchita da diverse pitture di cui non si conosce l'autore: Apparizione del S. Cuore a S. Margherita (vicino la cupola), Angeli con simboli dell'Eucarestia, Gesù tra i fanciulli, Angeli con i simboli della passione, S. Tommaso apostolo mette le mani nelle ferite di Gesù e Simboli della passione

Inoltre, troviamo: l'altare di S. Antonio Abate, Sant'Antonio da Padova, il bellissimo e pregevole quadro di San Michele Arcangelo, l'altare con il quadro della Madonna Immacolata, l'altare del transito di San Giuseppe, l'altare con il quadro delle Anime del Purgatorio, la statua di Santa Rita da Cascia e la statua di Santa Margherita Maria Alacoque.

Il Pulpito in pietra di Comiso, realizzato da Mariano Vasta di Santa Venerina su disegno di Primo Panciroli. In esso vi sono rappresentati i simboli dei quattro evangelisti: Angelo (S. Matteo), Leone (S. Marco), Aquila (S. Giovanni) e Toro (S. Luca). 

Sulla navata di destra, troviamo l'altare della Madonna di Lourdes. L'altare è opera del marmista Francesco Biondi. La grotta è stata realizzata dallo scultore Mariano Vasta, in pietra lavica.

A sinistra del transetto, trova collocazione il bellissimo altare della cappella del Sacro Cuore di Gesù. La cappella si presenta artisticamente armoniosa. 

Lasciato l'altare del Sacro Cuore di Gesù, troviamo la cappella del Santissimo Sacramento, che funge anche da abside terminale della navata di sinistra. La pala posta come frontale dell'altare, è una grande tavola di marmo scolpito in bassorilievo, raffigurante l'ultima cena. Al di sopra della mensa trova posto il tabernacolo di forma rotonda.

Nella parte destra del transetto, troviamo l'altare della Madonna della Divina Grazia. La statua è in legno e si percepisce la sua ammirazione per la sua bellezza e per la sua espressione, soltanto guardando il volto di essa. Quest'ultima, sembra porgere il Bambino Gesù e lo mostra come punto di riferimento, come luce e guida.  

All'incrocio della navata centrale e del transetto, si innesta la Cupola, il progettista fu l'ingegnere navale di Riposto. Nelle lunette della cupola possiamo vedere quattro pitture di Primo Panciroli realizzate nel 1920, rappresentanti la Fede, la Speranza, la Carità e la Giustizia.

Passiamo all'altare maggiore, la calotta e l'arcone presentano due pitture eccezionali: l'Ascensione del Signore e l'Esaltazione della Croce, ambedue realizzate dal Panciroli nel 1907.

Nell'Ascensione del Signore notiamo subito il Cristo che ascende al cielo. Il corpo di Cristo man mano abbandona le sembianze umane per assumere quelle spirituali. Gli apostoli sono in atteggiamento di profonda venerazione e di dolore, perché il loro Maestro non sarà più tra loro fisicamente. Infine, è importante notare la sobrietà dei colori, le bellezze delle linee e il movimento dei personaggi.

L'Esaltazione della Croce, invece, è una scena artisticamente molto bella e piena di significato. Gli angeli si librano nel cielo con movimenti leggeri e nel frattempo ostentano la Croce come strumento di salvezza. Si nota anche la leggerezza e l'armonia di tutta la scena. Se guardiamo, in particolare, l'ombra che fuoriesce dal riquadro ci dà la sensazione del lento distaccarsi della Croce dalla terra per salire sempre più verso il cielo.

Autore
Sciacca Serena

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